Il variopinto Giudizio universale dipinto nel 1875 da Franz Curta, intriso di suggestioni michelangiolesche, comprende il Paradiso popolato da figure di santi, esponenti del clero, un guerriero e gente del popolo, il Purgatorio e la caverna dell’Inferno.
Le origini della cappella di Lignod sono molto antiche, come attestano le campane, l'una decorata con l'immagine di Maria e la data 1448 e l'altra del XVI secolo. A una prima campagna di rinnovamento a metà Seicento seguirono i lavori di ampliamento condotti un secolo più tardi.
Il Giudizio universale dipinto sulla facciata da Franz Curta nel 1875 sostituisce una decorazione precedente con il medesimo soggetto.
Registro superiore
La parte superiore della facciata è consacrata al Paradiso. Al centro sotto il colmo del tetto due angeli con la croce e la tromba fanno corona al Cristo che mostra le piaghe, affiancato dalla Vergine in preghiera. Ai lati si dispongono due cortei di beati: quello a sinistra aperto da san Giovanni Battista, dietro al quale si riconoscono i santi Giuseppe, Francesco, Luigi Gonzaga (con il giglio in mano), un santo diacono (probabilmente Lorenzo) e donne del popolo, tra cui una con la conocchia; il gruppo di destra, guidato da san Pietro e san Paolo, accoglie fra gli altri un sacerdote con pianeta, stola e manipolo, un papa, un pellegrino, un guerriero dall'elmo piumato e un contadino con la vanga.
Sopra la finestrella semicircolare scende in volo planato l'arcangelo Michele, che impugna la spada e una piccola bilancia con cui sta pesando un'anima.
Registro inferiore
A sinistra è illustrata la resurrezione dei morti. In primo piano si vedono i corpi che si rianimano ed escono dai sepolcri, liberandosi dai sudari; sullo sfondo alcuni risorti ascendono in volo verso il Paradiso e una suora prega in ginocchio. Sulla lastra che chiude una tomba compare la firma del pittore «F. Curta p.it 1875».
A destra si apre la caverna dell'Inferno, verso cui si avvia, in mezzo ai fumi arroventati, il triste corteo dei dannati, inghiottiti dalle acque paludose. Da notare che pittore ha eliminato l'ingenua iconografia popolare della bocca dell'Inferno, tuttavia l'antro che si apre nella roccia ha mantenuto le tracce della mostruosa gola spalancata tipica dei Giudizi più antichi.
Nella nicchia sopra il portale di ingresso è rappresentato il Battesimo di Cristo.
Curiosità
Franz Curta (1827-1881) discende da una nota dinastia di pittori e ritrattisti originari di Chemonal (Gressoney-Saint-Jean): il primo attivo in Valle d'Aosta nella seconda metà del Settecento è il nonno Joseph Anton Christoph; il padre Johann Joseph Anton e lo zio Jean-Baptiste sono gli artisti più prolifici della prima metà dell'Ottocento e pittore era anche il fratello maggiore Johann Anton Christoph.
L'affresco di Lignod reca le tracce della cultura accademica di Franz, che aveva studiato alla Scuola di Disegno di Varallo e all'Accademia Albertina di Torino. Diversi spunti sono tratti infatti dal modello più noto in assoluto, il Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina, ma Curta rielabora le figure adattandole agli spazi a disposizione e al gusto devozionale dell'epoca.
Altri punti del percorso

Chiesa parrocchiale di San Giacomo
Il più grandioso Giudizio universale presente in Valle d’Aosta fu eseguito nel 1698 dal pittore Paul-François Biondi. L’affresco, copia fedele di una stampa fiamminga dell'inizio del Seicento, illustra con grande ricchezza di particolari il Paradiso, la caduta di Babilonia, la resurrezione dei morti, il Purgatorio e l’Inferno.

Cappella di San Michele
La ricca decorazione pittorica interna della cappella, firmata dal pittore Giacomino da Ivrea, dà rilievo alla figura del patrono della cappella, san Michele, nell’atto di pesare le anime, e a quella di un altro arcangelo in veste di guerriero, san Raffaele, che spinge i dannati verso il loro triste destino. Scortati in catene dai diavoli, i peccatori finiscono nella bocca dell’Inferno, dalle sembianze di un feroce lupo con le fauci spalancate.

Affresco della “Buona Morte”
Il riquadro dipinto sulla facciata di una casa privata è una rara testimonianza della fine del ’400 del Giudizio particolare, cioè quello cui viene sottoposta l’anima di un individuo subito dopo la morte. La scena esorta al pentimento per prepararsi alla morte in grazia di Dio, illustrando il percorso di salvazione ottenuto attraverso una scala gerarchica di intercessioni che dalla Madonna passa a Gesù e infine a Dio Padre.

Chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore
Il Giudizio universale sulla facciata della chiesa fu realizzato nel 1676 dal pittore Bernardino Fererio, su modello di una incisione francese del primo Seicento. Il contratto prescrive la presenza del Paradiso, del Purgatorio e dell’Inferno come nella vicina parrocchiale di Issime.

Cappella dei Santi Leonardo e Grato
Il Giudizio universale che campeggia sulla facciata, purtroppo molto ridipinto, risale probabilmente ai primi anni del XVIII secolo, quando la cappella fu oggetto di una campagna di rinnovamento. L’ignoto pittore ha tratto spunto da un modello grafico del primo ’600 per rappresentare il Paradiso, gli angeli che danno fiato alle trombe, la resurrezione dei morti e l’Inferno.

Cappella di San Pantaleone
La facciata della cappella, ricostruita verso il 1721, è decorata con una vivace rappresentazione del Paradiso. Il richiamo al Giudizio Universale è presente nella figura centrale di san Michele con la spada fiammeggiante e la bilancia per pesare le anime.

Cappella della Sacra Sindone
Il Giudizio universale che ricopre per intero la facciata fu realizzato nel 1759 dal pittore valsesiano Giacomo Gnifeta. Secondo la consueta partizione, il Paradiso occupa la parte più alta della composizione; nella parte inferiore si dispongono a sinistra il Purgatorio e a destra l’Inferno.

Cappella della Madonna delle Nevi
Il concerto degli angeli intenti a suonare i loro strumenti per celebrare la gloria del Paradiso è il motivo principale del Giudizio universale di metà Settecento che decora la facciata, giunto ai nostri giorni molto ridipinto e mutilo della parte inferiore.

Cappella di San Michele
Del Giudizio universale che in origine copriva interamente la facciata, il rimaneggiamento ottocentesco ha conservato solo la parte sinistra, con il Paradiso nella zona superiore e il Purgatorio in quella inferiore.