
La storia
- L’Académie Saint-Anselme o Société académique, religieuse et scientifique du Duché d’Aoste, sous la protection de S. Anselme, archevêque de Cantorbéry et docteur de l’Église, fu fondata il 29 marzo 1855 in una sala del palazzo vescovile di Aosta; raccoglieva intellettuali, sia laici sia religiosi, votati alla diffusione della « connaissance des monuments historiques tant sacrés que profanes du Duché d’Aoste et autres ».
I venti fondatori furono il vescovo di Aosta André Jourdain, il priore della collegiata dei Santi Pietro e Orso Jean-Antoine Gal, promotore dell’Académie e futuro primo presidente effettivo (la presidenza d’onore era riservata al vescovo), i canonici ursini Valentin Bal, Jean-Georges Carrel e Jean-Baptiste-Défendent Vacher; i canonici della cattedrale Prosper-Joseph Fernex, Louis Gerbore, Louis Gorret, Jacques-Joseph Jans, Jean-Grat Jovet eVictor-Joseph Lucat; i religiosi père Joseph Beroud, Frédéric Cavagnet, professore di storia e geografia al Collège Saint-Bénin, Emmanuel Fenoil, beneficiario della collegiata, Louis Laurent, direttore spirituale del Collège; il barone Emmanuel Bich, protomedico, il conte Edoardo Crotti di Costigliole, già ministro di Carlo Alberto, il letterato strasburghese Louis Lichtenberger, il redditiere e letterato Paul-Antoine Farinet e l’avvocato Léonard Gerbore.
Tra le priorità successivamente sviluppate dall’Académie, la difesa dell’uso della lingua francese e la salvaguardia delle tradizioni civili e religiose locali. L'Académie ha rivestito inoltre, prima della creazione di una Soprintendenza dedicata, il ruolo di ente di riferimento per la protezione e la valorizzazione delle scoperte archeologiche e dell'identità culturale. Con la nascita dell'Accademia di Sant'Anselmo anche il piccolo Ducato d'Aosta si dotava di un'istituzione destinata a difendere il suo secolare particolarismo e la sua identità storico-culturale, nonché a promuovere il progresso materiale, intellettuale e morale della comunità. Importante novità è il fatto che anche i laici fossero chiamati a intervenire nell'elaborazione della cultura, fino ad allora in Valle d'Aosta monopolio quasi esclusivo del clero.
Altre associazioni dedite alla cultura già esistevano negli stati sabaudi: l'Accademia delle Scienze (1783) e la Deputazione Subalpina di Storia Patria di Torino (1833), l'Académie de Savoie (1820) e la Société Florimontane di Annecy (1851), con le quali la neonata società intratteneva stretti legami.
Gli accademici, selezionati per cooptazione, sono divisi tra membri effettivi e corrispondenti, scelti fra le personalità eminenti della cultura. Solo i primi, residenti in Valle d’Aosta, costituiscono l’elettorato attivo e passivo per le cariche sociali interne. A capo dell’Académie è posto un direttivo formato dal presidente, che resta in carica sette anni, dal vicepresidente, da un segretario tesoriere, da un archivista-bibliotecario e da un conservatore della collezione.
Oggi l'Accademia conta circa 80 membri effettivi e una quarantina di corrispondenti, la maggior parte dei quali laici; la prima donna fu eletta nel 1939. Tra i membri figurano diversi giovani ricercatori, che assicurano vitalità e ricambio generazionale all'istituzione.
I presidenti dell'Académie

Jean-Antoine Gal
Priore di Sant'Orso (Torgnon, 1795 - Aosta, 1867)Canonico di Sant’Orso e priore dal 1854, Gal è una delle personalità più rappresentative del clero e della cultura valdostana del XIX secolo. La sua dimensione internazionale riflette l'importanza delle relazioni intrattenute con i principali rappresentanti del mondo intellettuale dell'epoca.
Fu il primo valdostano a far parte della Regia Deputazione di Storia Patria, istituita da Carlo Alberto nel 1833, e fu Prefetto degli Studi dal 1838 al 1849 e Presidente della Commissione superiore della Statistica Provinciale; nel 1849, fu insignito dell’onorificenza dell'Ordine Mauriziano.
Appartenne a diverse sociétés savantes in Francia, tra cui la Société géologique de France, la Société des sciences historiques et naturelles de l'Yonne, l'Institut historique de France, l'Institut d'Afrique, la Société savoisienne d'histoire et d'archéologie e l'Académie de Savoie.
Il suo contributo fu notevole, soprattutto nel campo della storia e dell'archeologia. In particolare, collaborò con la Regia Deputazione di Storia Patria e studiò sistematicamente gli archivi dei vari Stati della Savoia alla ricerca di fonti documentarie per la storia e la liturgia valdostana, fonti pubblicate nel 1848 negli "Historiæ Patriæ Monumenta".
Il suo nome compare tra quelli dei quattro membri della Giunta archeologica, di cui fu presidente dopo monsignor André Jourdain nel 1859: in questo ruolo poté approfondire le sue conoscenze e seguire da vicino gli scavi di Augusta Prætoria. Collaborò con Luigi Cibrario e Domenico Casimiro Promis nella ricerca sugli antichi sigilli dei principi di Savoia, stampata nel 1833 con il titolo "Documenti sigilli e monete appartenenti alla Storia della Monarchia di Savoia raccolti in Savoia, in Svizzera ed in Francia per ordine del Re Carlo Alberto"; fu anche in relazione con il grande storico tedesco e premio Nobel per la letteratura, Theodor Mommsen, per la raccolta di iscrizioni della Valle d'Aosta poi pubblicata nel "Corpus inscriptionum latinarum".
Altrettanto importante è il suo contributo alle ricerche di Carlo Promis, iniziate nel 1838 e raccolte in "Antichità di Aosta... misurate, disegnate e illustrate" e pubblicate nel 1862.

Rev. Père Laurent (Pierre-Thomas Lachenal)
Cappucino (Aosta, 1809-1880)Allievo al Collegio Saint-Bénin di Aosta, riveste l'abito francescano nel 1827. Svolge con zelo energico la sua missione di Cappuccino in Francia, dove si dedica, in qualità di Provinciale, alla riorganizzazione delle comunità transalpine del suo Ordine. Predicatore brillante, ricercatore nel campo delle scienze, della filosofia e della storia, rientra nel 1867 ad Aosta, dove è nominato superiore del Seminario Maggiore. Nel 1869 fonda ad Aosta il Rifugio dei poveri, fiore all'occhiello della carità cristiana che ancora oggi continua la sua preziosa opera di assistenza.

Joseph-Auguste-Melchior Duc
Vescovo di Aosta (Châtillon, 1835 - Aosta, 1922)Dottore in Teologia all'Università Gregoriana e in Diritto canonico alla Pontificia università della Santa Croce di Roma, mons. Duc fu uomo di intelligenza aperta e di grande cultura.
Ordinato vescovo nel 1872, resse la diocesi con infaticabile zelo pastorale. Nei 36 anni del suo ministero, durante i quali si verificò una fioritura senza precedenti delle vocazioni sacerdotali, tenne otto sinodi, scrisse 56 lettere pastorali e visitò per sette volte la diocesi.
Favorì la formazione intellettuale dei chierici e fece costruire il Piccolo Seminario dedicato a Sant'Anselmo; promosse il restauro o l'ampliamento di ben 15 chiese parrocchiali e di una dozzina di cappelle; incrementò la devozione al Sacro Cuore e al Rosario e ottenne dalla Santa Sede il riconoscimento del culto dei beati Emerico di Quart, Bonifacio di Valperga, Innocenzo V e Vuillerme de Léaval.
La sua feconda produzione letteraria e storiografica conta oltre cinquanta opere, la principale delle quali è la monumentale Histoire de l'Église d'Aoste (1901-1915), cronaca della chiesa aostana dalle origini fino al 1831.
Nel 1907, coinvolto in uno scandalo finanziario causato da alcuni preti, dovette lasciare la cattedra episcopale e si ritirò a Martigny fino al 1916.
Membro dell'Accademia di Sant'Anselmo dal 1865, ne fu presidente onorario dal 1878 al 1908.

François-Gabriel-Michel Frutaz
Canonico della Cattedrale (Torgnon, 1859 - Aosta, 1922)Sacerdote dal 19 maggio 1883; professore di letteratura al Liceo di Aosta dal 1883 al 1888; rettore dell'Ospedale mauriziano dal 1888 al 1918. Canonico onorario della cattedrale di Aosta dal 17 marzo 1900 poi canonico effettivo dal 27 aprile 1901. Ispettore dei monumenti e delle antichità di Aosta dal 26 dicembre 1908.

Dominique-André Noussan
Canonic della Cattedrale (Aosta, 1847-1933)Nipote del vescovo Joseph-Auguste Duc, parroco di Diémoz e Saint-Vincent, canonico della cattedrale di Aosta dal 18 settembre 1878; professore presso il Seminario maggiore e poi cancelliere del vescovo dal 1881 al 1900. Fu membro della commissione diocesana di Archeologia e uno dei promotori del Comice agricole.
Nel 1877 entrò a far parte dell'Académie, di cui fu segretario dal 1880 al 1906, poi presidente fino alla sua morte.

Justin-Jean-Joseph-Édouard Boson
Canonico di Sant'Orso (Valgrisenche, 1883 - Aosta, 1954)Canonico di Sant’Orso dal 5 marzo 1921; professore di filologia orientale all'Università Cattolica di Milano dal 1924 al 1950; professore di Sacra scrittura al Seminario maggiore di Aosta dal 1928; consulente della Pontificia Commissione di Studi biblici dal 22 luglio 1940; ispettore onorario di Antichità e Belle arti per la provincia di Aosta e presidente della Commissione diocesana di Arte sacra dal 1940.
Fu autore di un gran numero di pubblicazioni orientalistiche e letterarie, liturgiche, storiche e artistiche sulla Valle d'Aosta.

Maxime Durand
Canonico di Sant'Orso (Signayes, 1885 - Aosta, 1966)Parroco di Avise, Fénis, Quart, Villeneuve, Saint-Christophe e Saint-Vincent. Arruolato nella Prima guerra mondiale, fu il cappellano del battaglione Courmayeur. Nel 1919 diventò sacerdote e officiò ad Avise, Gignod, Arvier, Fénis e Saint-Etienne in Aosta. Fu anche canonico della Collegiata dei Santi Pietro e Orso ad Aosta e poi missionario diocesano dal 23 giugno 1942. Morì ad Aosta il 16 aprile 1966; è sepolto nel cimitero di Signayes.
Durante la sua vita, ha collaborato con vari quotidiani e riviste, sia valdostani sia nazionali.

Aimé-Pierre Frutaz
Sottosegretario della Sacra Congregazione dei Riti (Torgnon, 1907 - Roma, 1980)L'ottavo presidente dell'Académie nacque a Torgnon il 19 agosto 1907. Frequentò il Seminario di Aosta e, avendo maturato una vocazione anche nell'ambito degli studi storici, si trasferì a Roma, ove si diplomò in Paleografia e diplomatica alla scuola di Giulio Battelli e si laureò in Archeologia cristiana. La serietà con cui affrontò le prime ricerche, gli valse una collaborazione importante a lavori eruditi di grande respiro, quali il "Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastique", il "Lexikon fur Theologie und Kirche", l'"Encyclopaedia Britannica", la "Storia della Chiesa" di Fliche-Martin e, soprattutto, dell'"Enciclopedia Cattolica", di cui fu vicedirettore e segretario generale. Prelato di Curia, fu sottosegretario della Congregazione dei Riti (1965) e della Congregazione dei Santi (1969). Fu membro di numerosi istituti e società storiche di altissimo livello e, dal 1966 al 1980, presidente dell'Académie Saint-Anselme, alla quale attribuì risonanza internazionale. La sua bibliografia comprende quasi 400 voci, nelle quali ha trattato di archeologia, storia, liturgia, agiografia. Il suo nome, nella terra d'origine, è legato in particolare alle "Fonti per la storia della Valle d'Aosta" (1966), opera ineguagliata - aggiornata nel 1998 a cura dell'allievo e amico Lino Colliard - che ha fornito agli studiosi locali materiali consolidati dal vaglio della critica e inventari di archivi fino ad allora quasi inesplorati, svecchiando una storiografia prolifica ma, almeno in parte, ancorata a conoscenze antiquate e mai messe in discussione. Mons. Frutaz si spense a Roma l'8 novembre 1980.

Hector Passerin d’Entrèves
Professore all'Università di Torino (Torino, 1914 - Aosta, 1990)Discendente da una famiglia di antica tradizione valdostana, Ettore Passerin d'Entrèves ha vissuto nella storia proprio come l'ha scritta. E manifesta nel corso della sua lunga carriera, dagli interessi nazionali e internazionali, un legame stretto con la dimensione locale, alpina e di frontiera, in una parola valdostana, tanto nell'attività professionale quanto nella vita personale.
Nato nel 1914, ottiene nel 1932 la maturità al liceo Alfieri di Torino. Si iscrive poi alla facoltà di Diritto, ma presto il suo interesse si volge verso la storia, e si laurea nel 1936 discutendo la tesi "La giovinezza di Cesare Balbo" con Gioele Solari, Alessandro Passerin d'Entrèves (suo zio) e Francesco Lemmi. Il lavoro, ampiamente rimaneggiato, sarà pubblicato nel 1940.
Dopo il servizio militare, prosegue presso l'Istituto giuridico dell'ateneo torinese le sue ricerche sulla politica di Vittorio Amedeo II; il 31agosto 1939 sposa Vittoria Torrigiani Malaspina.
Chiamato brevemente alle armi nel 1940, l'anno successivo riprende la sua attività accademica come ricercatore alla Scuola di Storia Moderna e Contemporanea dell'Università di Roma, dove sarà seguito da lontano da Gioacchino Volpe, prendendo nel frattempo l'abilitazione all'insegnamento secondario (ottiene la cattedra al liceo classico di Aosta).
Il periodo della guerra lo vede impegnato con la partecipazione alla Resistenza, la fuga in Svizzera con la moglie, braccato dai fascisti e dai nazisti, e ancora la battaglia contro l'annessionismo al fianco di Alessandro Passerin d'Entrèves (per un breve periodo prefetto di Aosta) e di Federico Chabod. Assume inoltre la direzione del settimanale "La voix des Valdôtains", giornale anti-annessionista nella seconda metà del 1945.
A partire dal 1948 intraprende una prestigiosa carriera accademica e universitaria. Professore al Liceo Michelangelo di Firenze e professore incaricato di Storia del Risorgimento all'Università di Pisa, dove gli viene assegnata nel 1956 una cattedra, poi titolare di Scienze politiche all'Università Cattolica di Milano, nel 1961. Dal 1965 ottiene la cattedra alla facoltà di Legge dell'Università di Torino, dove contribuisce nel 1969 alla creazione della facoltà di Scienze politiche e dove conclude la sua carriera.
Nel corso delle sue ricerche negli anni Cinquanta sul giansenismo toscano, fornisce nuove chiavi di lettura sulle riforme politiche e religiose del XVIII secolo. Sempre a cavallo tra politica e religione, propone nuove piste di ricerca per l'analisi della componente religiosa nella politica del Risorgimento italiano e nel processo di formazione dello Stato unitario.
Notevole è la sua attenzione per la storiografia riguardo alle questioni sia metodologiche sia teoriche, e costante nelle sue opere è il dialogo tra la fede e gli interrogativi dello storico.
Collabora ai "Quaderni di storia e cultura sociale" di Pisa e alla "Rivista di Storia e Letteratura religiosa" di Firenze.
In prima persona e in quanto storico ha descritto (e vissuto!) i passaggi temporali lungo la grande storia dell'Europa, e, in un'ottica sempre più concentrata, dei Savoia e dei loro amministratori, dell'Italia in crescita e della Valle d'Aosta dalla Charta Augustana del 1191 all'autonomia nel dopoguerra, ma anche - cosa singolare per uno storico - le vicende della propria famiglia dal XIV al XX secolo. Allo stesso modo ha vissuto (e descritto!) i passaggi più duri e dirompenti del Risorgimento, che studiava con passione, della Seconda Guerra mondiale e della Resistenza, vissuti, questi ultimi, sulla propria pelle come partigiano sulle nostre montagne.
Questa oscillazione tra tempi corti e tempi lunghi della storia gli ha dato uno sguardo particolare, legato nello stesso tempo a ciò che permane - la fede e le vicende religiose, le lingue nazionali o locali, le strutture e le società, al di qua e al di là delle Alpi - ma anche a ciò che cambia: l'Unità d'Italia e Camillo Cavour, la ricostruzione dell'immediato dopoguerra, la politica e l'economia nel mondo contemporaneo.
Ettore Passerin d'Entrèves ha conservato per tutta la vita il sentimento di una potenza superiore e di un aldilà che l'ha spinto ad approfondire, fin dagli anni giovanili, "La nozione di Provvidenza nella filosofia di G.B. Vico", ma anche, nel corso di tutta la vita, il giansenismo e i pensatori illuministi nell'Italia del XVIII secolo.
E il professore, titolo che ha preferito a ogni altro, ha trovato naturalmente la sua collocazione negli anni Ottanta in seno all'Académie Saint-Anselme, dove ha rinvenuto tutti i valori e tutte le storie che gli erano cari.
Travolto, dopo il 1984, dall'indicibile dolore per la perdita di un figlio, è rimasto tuttavia fedele fino all'ultimo alla storia e all'Académie, così come l'Académie è rimasta fedele a lui.
Bibliografia essenziale
Corrispondenze francesi relative al sinodo di Pistoia del 1786, in "Rivista di storia della Chiesa in Italia", VII, 1953
Gli ultimi quarant'anni. Profilo storico ad uso delle scuole, 2a edizione, Zanichelli, 1973
Guerra e riforme. La Prussia e il problema nazionale tedesco prima del 1848, Bologna, Il Mulino, 1985
Introduzione alla storia del movimento cattolico in Italia, Il Mulino, 1979
La formazione dello stato unitario, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1993
La giovinezza di Cesare Balbo, F. Le Monnier, 1940
La riforma giansenista della chiesa e la lotta anticuriale in Italia nella seconda metà del Settecento, in "Rivista storica italiana", LXXI ,1959
La Rivoluzione francese, Torino, ERI, 1958
La Toscana civile. Lotte politiche e correnti culturali tra Sette e Ottocento, Pisa, Domus Mazziniana, 1994
L'età giolittiana e le origini del fascismo, Giappichelli, 1963
L'incidenza del protestantesimo sulle trasformazioni culturali, politiche e sociali in Europa. Riflessioni sull'ipotesi di Max Weber, anno accademico 1971-72, G. Giappichelli, 1972
L'ultima battaglia politica di Cavour. I problemi dell'unificazione italiana, Torino, ILTE, 1956
Religione e politica nell'Ottocento europeo, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1993
Storia d'Italia, volume 3: Dalla pace di Aquisgrana all'avvento di Camillo Cavour, 2a edizione interamente riveduta, Unione tipografico-editrice torinese, 1965

Alberto Maria Careggio
Vescovo emerito di Ventimiglia-Sanremo (Tonengo di Mazzè, Torino, 1937)Monsignor Alberto Maria Careggio
Nato a Tonengo di Mazzé (TO) il 7 novembre 1937 da una famiglia canavesana trasferitasi in Valle d’Aosta, mons. Careggio è ordinato sacerdote il 26 giugno 1966 ad Aosta e inizia la sua attività pastorale come vicario della parrocchia cittadina di San Lorenzo (1966-1970), per essere poi nominato parroco di Challand-Saint-Victor (1970-1982). In quell’anno è eletto canonico della Collegiata di San Pietro e Sant’Orso di Aosta e qui si trasferisce, per dedicarsi ai numerosi incarichi pastorali diocesani di cui è responsabile, tra cui quello di cancelliere episcopale del vescovo mons. Ovidio Lari (1988-1995).
Nel 1986 è incaricato da mons. Lari dell’organizzazione della visita pastorale di san Giovanni Paolo II in Valle d’Aosta (6-7 settembre 1986), in occasione del bicentenario della conquista del Monte Bianco. L’anno successivo, durante il pellegrinaggio diocesano a Roma, è chiamato personalmente dal card. Dziwisz, segretario del pontefice, per valutare la possibilità di un soggiorno del papa in Valle d’Aosta nella stagione estiva. Nasce così una proficua collaborazione con la santa Sede: mons. Careggio si occupa dal 1989 al 1995 di questi soggiorni come organizzatore e responsabile.
È del 4 agosto 1995 la sua elezione al soglio vescovile di Chiavari per motu proprio di san Giovanni Paolo II, e del 24 settembre la consacrazione episcopale dalle mani del card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Genova, del vescovo emerito di Chiavari mons. Daniele Ferrari, e di mons. Giuseppe Anfossi, vescovo di Aosta. Il motto del nuovo vescovo sarà “Sub tuum praesidium”. Il 20 marzo 2004 lascia la sede di Chiavari, in quanto nominato a quella di Ventimiglia-Sanremo, dove eserciterà il suo ministero episcopale sino al 25 gennaio 2014.
Membro dell’Accademia di sant’Anselmo dal 26 agosto 1977, ne ricopre la carica di vicepresidente dal 1979, fino alla sua elezione alla presidenza per il settennato 1988-2003. In qualità di presidente dell’Accademia, organizza nel marzo 1988 il convegno internazionale “Sant’Anselmo figura europea”, che vede la presenza di un pubblico numeroso, di diverse figure di vescovi italiani ed europei, oltre che - a sorpresa – dell’ex regina Maria José di Savoia, in occasione del suo primo rientro in Italia dopo l’esilio.
Il profondo legame di mons. Careggio con casa Savoia è anche attestato dalla nomina a Grand’Ufficiale dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, di cui è stato insignito il 18 aprile 2020.
Mons. Careggio è anche autore di numerose pubblicazioni di contenuto spirituale e pastorale.

Pierre-Georges Thiébat
Professore (Challand-Saint-Victor, 1946)Dopo aver frequentato le scuole elementari a Challand-Saint-Victor, luogo di origine della sua famiglia, e le medie a Rivoli presso i Padri Giuseppini di Leonardo Murialdo, Pierre-Georges Thiébat prosegue con il Ginnasio - Liceo classico Valsalice dei Salesiani di Don Bosco a Torino, per laurearsi infine in Lettere e Filosofia all'Università Cattolica di Milano con una tesi sulla vita e l'opera di Ibleto di Challant, primo traguardo di una vocazione per la ricerca storica che, assieme alla filosofia, segneranno costantemente l'impegno e il lavoro del suo autore.
Alla fine del 1973, dopo il servizio militare nel corpo degli Alpini, intraprende la carriera di insegnante, dapprima di materie letterarie in diversi istituti di scuola media e successivamente, dal 1995 fino alla pensione nel 2008, di professore di filosofia nella sezione linguistica dell'Istituto Regina Maria Adelaide di Aosta. Dal 1979 è guida turistica e dal 1983 al 1999 giornalista pubblicista.
Il 23 luglio 1982 è eletto membro effettivo dell’Académie, di cui, alla fine dello stesso anno, è nominato segretario. Ricopre la carica di vice-presidente dal 1988 al 2003, anno in cui succede a mons. Albert-Marie Careggio in qualità di XI presidente, nonché secondo presidente laico dell'Académie.
Il settennato della presidenza Thiébat è ricco di avvenimenti significativi: nel 2005 il 150° anniversario della fondazione dell’Académie e, nel 2009, il IX centenario della morte di sant'Anselmo di Aosta, patrono della nostra Società accademica.
L'anniversario dell’Académie è celebrato ad Aosta con i convegni internazionali "Patrimoine et identité. L’engagement des Sociétés savantes" (28-29 maggio 2005) e Mgr Albert Bailly. Quatre siècle après sa naissance, 1605-2005" (8-9 ottobre 2005). Gli atti dei due convegni sono raccolti rispettivamente nei bollettini IX e X della nuova serie, pubblicati nel 2007 e riuniti in un elegante cofanetto. Le celebrazioni del 2005 si concludono l'anno seguente il giorno 21 aprile, festa di sant'Anselmo, con la partecipazione di una delegazione valdostana, comprendente il presidente Thiébat, alla cerimonia di consacrazione dell'altare della cappella dedicata al Santo nella cattedrale di Canterbury, donato dalla Regione autonoma Valle d'Aosta.
Nel 2009 la Regione promuove le celebrazioni del IX centenario della morte di sant'Anselmo con una serie di conferenze, concerti, esposizioni, presentazioni di libri ed edizioni di testi, tra cui l’"Historia Novorum in Anglia" di Eadmero e "Anselmo d’Aosta nel ricordo dei discepoli" (Milano, Jaca Book), per culminare il 21 aprile con la Messa nella cattedrale di Aosta presieduta da S.E. il cardinale Giacomo Biffi. Tra gli eventi figurano anche la conclusione dei restauri della cattedrale aostana e, il 21 novembre, l’inaugurazione della nuova sede dell’Académie nella Tour Saint-Anselme di Gressan.
Nel quadro delle celebrazioni anselmiane sotto la presidenza Thiébat hanno luogo inoltrele giornate di studio "Georges de Challant priore illuminato" (Issogne e Aosta, 18-19 settembre 2009), per il V centenario della morte dell'illustre priore di Sant'Orso. Il 7 dicembre 2009, nella chiesa parrocchiale di Challand-Saint-Anselme, Thiébat chiude con una conferenza i festeggiamenti per l'anno anselmiano. L'eco di tutti questi eventi si ritrova nell'XI bollettino, terzo e ultimo di quelli usciti sotto la presidenza Thiébat, nel corso della quale sono stati pubblicati, in collaborazione con l'Università di Torino, anche i dieci volumi de "La correspondance d’Albert Bailly".
Allo scadere del suo mandato, come aveva annunciato all'inaugurazione della nuova sede dell'Académie, Thiébat rinuncia a presentare nuovamente la sua candidatura proponendo come suo successore, nella seduta del 4 dicembre 2010, il vice-presidente uscente Joseph-César Perrin, proposta accolta favorevolmente dall'assemblea degli accademici.
Insegnante dal 1957 al 1970, ha lavorato in seguito all'Archivio Storico Regionale come archivista ricercatore nel 1966 e dal 1971 al 1983.
Ha partecipato all'attività politica e amministrativa della Regione in qualità di presidente dell'l’Union Valdôtaine (1975-1984), di consigliere comunale di Aymavilles (1975-1983) e di consigliere regionale dal 1983 al 1998, svolgendo il ruolo di Assessore all'Agricoltura, Foreste e Ambiente naturale (1984-1990, 1992-1993).
Appassionato di storia, ha al suo attivo diverse pubblicazioni sul Medioevo locale, sul pensiero politico e i movimenti regionalisti della prima metà del XX secolo in Valle d'Aosta e sull'economia valdostana, nonché monografie comunali (Aymavilles, Saint-Nicolas, Jovençan).
Membro dal 1963 dell’Académie Saint-Anselme, di cui ha rivestito il ruolo di tesoriere e segretario aggiunto, vice-presidente (2003-20209) e infine presidente. Cofondatore e primo presidente dell’Institut Valdôtain de la Culture (1980-1984). Premio letterario Balmas (2014) et Premio letterario René Willien (2004, 2017 ,2010, 2019). Cavaliere dell'Autonomia (2007).
Ordinato nel 1987, laurea in Scienze bibliche al Pontificium Institutum Biblicum di Roma nel 1990 (tesi su Qohélet), dottorato in Teologia Pastorale all'Istituto Pastorale della Pontificia Universitas Lateranensis di Roma (tesi sul chiostro di Sant'Orso di Aosta e la sua analisi iconografica).
Professore di Scienze bibliche al Seminario di Aosta, ha collaborato alla revisione della Bibbia CEI 2008. Già parroco di Charvensod (1994-1999) e di La Thuile (1999-2006), dal 2006 è parroco di Valtournenche e dal 2009 amministratore parrocchiale di Breuil-Cervinia.
Ha studiato il canto gregoriano alla Scuola di Musica Tomaso Ludovico da Victoria di Roma ed è membro della Commissione diocesana per la Musica sacra, come pure della Commissione diocesana per l'Arte sacra e i Beni culturali. Nel 2016 è stato nominato membro onorario della Società Guide del Cervino. Membro dell’Académie dal 2001.